Calcio totale: La mia vita raccontata a Guido Conti (Italian Edition) by Arrigo Sacchi

Calcio totale: La mia vita raccontata a Guido Conti (Italian Edition) by Arrigo Sacchi

autore:Arrigo Sacchi
La lingua: ita
Format: epub, mobi
ISBN: 9788852063114
editore: Mondadori
pubblicato: 2015-03-23T23:00:00+00:00


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Sul tetto del mondo

Non cercare di essere migliore degli altri, cerca di essere migliore di te stesso.

WILLIAM FAULKNER

La stagione 1989-90 si apriva con tanti appuntamenti che ci vedevano protagonisti: il campionato, la Coppa Italia, la Coppa dei Campioni, la finale della Coppa Intercontinentale e la Supercoppa Uefa.

Ci aspettava un anno intenso, con settimane di allenamenti e partite senza un attimo di respiro. Sotto il profilo psicologico mi divertivo, anche se la pressione mediatica era sempre più forte. Cercavo di scaricare la tensione, e la conseguente gastrite, come potevo: sollevavo pesi, facevo palestra, giravo in bicicletta. Lo sport, è il caso di dirlo, mi ha salvato: perché se cominci a vincere, il pubblico si diverte e vuole continuare a farlo, perché vincere è come una droga, non ne hai mai abbastanza. Io guardavo sempre avanti, alla partita successiva, al nuovo traguardo da raggiungere.

Con la società cercammo di costruire una rosa di almeno ventiquattro giocatori, due per ogni ruolo, in modo da avere un turnover per sostituire infortunati e squalificati e creare una squadra dove il vero leader fosse il gioco. E tutti, sia i confermati sia i nuovi, diedero il loro contributo a un anno straordinario, nel quale la squadra in campo cambiava la rosa ma in realtà era sempre lo stesso Milan all’attacco, aggressivo, schierato a zona pressing, armonioso, prepotente, padrone e bello.

La prima sfida ad alto livello ci attendeva a inizio stagione: la Supercoppa Uefa, da giocarci in un doppio incontro. Andata e ritorno con il Barcellona, vincitore della Coppa Uefa. Continuava così la sfida contro il calcio spagnolo. Dopo il Real Madrid, ecco un’altra regina del calcio internazionale: il Barcellona di Johan Cruijff, uno dei maestri della zona. Avevamo molti infortunati, ma come sempre, se il il gioco è il dominus, non avevamo paura.

L’andata doveva tenersi al Camp Nou. Durante il viaggio accadde un fatto tremendo. Mentre volavamo verso la Spagna, un vuoto d’aria fece precipitare l’aereo per non so quanti interminabili secondi. Fu un attimo di terrore puro. I giocatori, sotto shock, si ripresero solo quando toccammo terra. Poi sopraggiunse la felicità di essere vivi e vegeti, pronti a giocare la partita con ancora più voglia di vincere.

Mi telefonò Ancelotti. Poiché sull’aereo mancavano lui, Gullit e Baresi, mi disse scherzando: «Se foste caduti non sareste andati nemmeno in prima pagina!».

L’inizio della partita fu esplosivo. Frank Rijkaard, dopo appena quaranta secondi, si presentò davanti alla porta spagnola e per un soffio non andammo in vantaggio. Così volevo la squadra, aggressiva fin dal primo minuto. Ma il gol arrivò solo alla fine del primo tempo, quando Massaro, involatosi verso la porta di Zubizarreta, dopo un lancio millimetrico di Donadoni, venne falciato da dietro. Calcio di rigore nettissimo, che Van Basten segnò con grande autorevolezza. Giovanni Galli in quella partita parò l’imparabile.

Nel secondo tempo, al ventiduesimo, su alleggerimento difensivo, Stefano Salvatori, invece di spedire in tribuna, passò indietro con un tocco morbido verso Galli. Un’indecisione che pagammo cara. Il Barcellona recuperò in area e infilò la porta pareggiando con Amor.



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